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PRIDE, / Circa un milione di persone, in Italia, si è dichiarato omosessuale o bisessuale. E’ quanto emerge da un’indagine Istat sulla popolazione omosessuale, resa nota in occasione della Giornata

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Circa un milione di persone, in Italia, si è dichiarato omosessuale o bisessuale. E’ quanto emerge da un’indagine Istat sulla popolazione omosessuale, resa nota in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia.
Il pregiudizio nei confronti dell’omosessualità è un argomento molto attuale. Raccontare l’OndaPride è un modo per abbattere questo pregiudizio, per mostrare l’essere oltre l’apparenza, per dare sempre più voce a chi cerca diritti e che quasi sempre vengono negati, per lo meno in Italia, perché spesso dimentichiamo che “l’amore non ha sesso”. Nel 2000 il movimento gay italiano organizza il primo Pride nazionale che supera le 500 mila presenze, il World Pride di Roma. Da allora le manifestazioni si rinnovano ogni anno in molte città italiane, e diventano un appuntamento per aprire un confronto e dibattito attorno all’omosessualità.
Sul fronte delle discriminazioni l’indagine mette in evidenza come gli omosessuali siano discriminati rispetto agli eterosessuali, percentuale che sale quando si parla più in particolare dei transessuali. A questi infatti vengono attribuite meno possibilità di trovare un lavoro o di fare carriera.
La voglia di cambiamenti è la prerogativa principale di chi scende in piazza uniti in una folla eterogenea. Un unico scopo unisce omosessuali ed eterosessuali, si tratta di generazioni a confronto in un’unica battaglia comune. Trovarsi all’interno di questa realtà fatta di colori, musica, di libertà ed eguaglianza, è il più grande messaggio che si possa dare per accompagnare con grande entusiasmo questa voglia di cambiamento e riconoscimento di diritti ancora negati e assenti.
I manifestanti mostrano con orgoglio il loro “Essere”, qualche volta ponendo l’accento in una maniera trasgressiva, una “eccentrica esibizione”, che non è altro, che un “urlo” di chi vuol essere soltanto compreso.
Le diversità ci sono sempre state e sempre ci saranno, dobbiamo essere in grado di cambiare la nostra “cultura” e ampliare le nostre vedute, cominciando a capire che non sempre ciò che è “diverso” è da combattere o emarginare, ma imparare a capire e accettare. Nessuno, ragazza o ragazzo che siano, dovrà crescere in un Paese pensando che subirà un diverso trattamento a causa del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere. Abbattere queste barriere oggi è una prerogativa per una società migliore.



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