GIUDEI | Fede tra suoni e colori
La settimana Santa in Sicilia è uno dei momenti di maggiore trasporto e tra i più sentiti della fede cristiana. La maggior parte dei riti che si svolgono durante questa settimana, sono accompagnati da un silenzio dolente, che sfocia in quel pianto muto e funereo del Venerdì Santo.
Ma a San Fratello, piccolo paesino dei Nebrodi della provincia di Messina, tutto questo viene messo in discussione, infatti chi assiste per la prima volta alla festa si domanda: “Cosa c’entra tutto questo con la Settimana Santa?”. Il rito inizia all’alba del Mercoledì Santo, quando un folto numero di uomini si travestono,con il costume tradizionale, che da secoli è formato da una giubba e da calzoni di mussola rossa e da strisce di stoffa di colore giallo. La testa coperta da una maschera lo “sbirrijan”, un “cappuccio” che si slancia con un lungo cordoncino sino ad assottigliarsi per legare la coda, fatta di pelo di cavallo o di stoffa, e che distingueva i benestanti con i meno ambienti. Altri elementi rendono l’aspetto piuttosto singolare: la pelle lucida con lingua, sopracciglia lunghe e arcuate nella parte del cappuccio, e scarpe di cuoio grezzo e di stoffa, chiamati schierpi d’piau nel dialetto locale. Catene a maglie larghe nella mano sinistra dette d’icplina, , trombe militari con vari ornamenti finemente intarsiati e ricamati specialmente nella giubba che ricordano le antiche tradizioni della cultura araba. I Giudei vestono quindi panni appariscenti, un singolare elmetto, con qualche pennacchio o croce, e così vestiti gli uomini sanfratellani percorrono le strade del paese. Suonano soffiando trombe militari e annunciano in maniera stridula la singolare celebrazione che è considerata a pieno titolo la festa più antica del dramma sacro popolare d’Italia. Essi non sono semplicemente un personaggio folkloristico, come molti pensano, non sono coloro che con il suono della loro tromba danno un aspetto del tutto insolito alle celebrazioni. Essi piuttosto rappresentano il crocifissore, il flagellatore e il soldato che affondò la sua lancia nel costato di Gesù e quindi bisogna vedere in tale personaggio il volto dell’uomo con l’estro che coprendosi, interpreta un personaggio animato da una carica emotiva folle e nello stesso tempo grottesca. Il rituale è caratterizzato da un andi e rivieni nel quale i Giudei eseguono melodie assordanti dal carattere gioioso, e vengono spesso accolti nelle case degli abitanti per rifocillarsi con uova sode e bicchieri di vino. La mattina del Venerdì Santo viene portata in processione la statua del Crocifisso, accompagnata nel pomeriggio da quella dell’Addolorata, e il compito dei Giudei è quello di “accompagnare” le celebrazioni con i loro suoni assordanti, interrotti solamente dal passaggio di Gesù Crocifisso. Questa particolare tradizione sanfratellana viene tramandata da padre in figlio.